Nell’Assemblea ordinaria dei Soci tenutasi nella sede storica dell’Istituto in C.so Casale 476 a Torino, è stato approvato il bilancio 2018 che chiude con un attivo di circa 328.000 €. Si tratta del miglior bilancio della storia quarantennale dell’IPLA. Durante l’incontro, alla presenza dei rappresentanti dei soci, sono stati illustrati gli obiettivi raggiunti durante l’anno passato e le prospettive per l’anno in corso che mostrano tuttavia alcune criticità.
Dichiarazione di Igor Boni, Amministratore Unico dell’IPLA:
“Il 2018 chiude con un attivo di bilancio sostanzioso. E’ un’ottima notizia perché ci consente di incrementare il nostro patrimonio netto, fino ad oggi troppo esiguo se rapportato a costi e fatturato, in vista di possibili difficoltà future. Si tratta del sesto anno consecutivo nel quale l’IPLA chiude in attivo il bilancio ed è di nuovo in carreggiata rispetto ai conti, dopo le gravissime difficoltà del 2011 e 2012 e la cassa integrazione in deroga che per 15 mesi – nel 2013 e 2014 – ha colpito i dipendenti.
Prosegue un percorso virtuoso che abbiamo intrapreso dal 2014, che dimostra che è possibile gestire una Società partecipata in modo trasparente ed efficiente, risparmiando il più possibile, facendo investimenti mirati e lasciando fuori dalla porta clientele, favori, assunzioni di amici e amici di amici, rimborsi gonfiati e tutto quanto ha contribuito a fare di alcune partecipate un problema da risolvere più che una risorsa.
Le recenti modifiche statutarie ci aprono definitivamente la strada per andare sul mercato con l’obiettivo di trovare non più del 20% del nostro fatturato. Nel 2018 abbiamo sfruttato anche questa opportunità per consolidare la ripresa che abbiamo faticosamente conquistato. Tengo a sottolineare lo sforzo collettivo dell’intera squadra IPLA che ha anche consentito di accogliere nella tenuta classi di alunni con finalità didattico-naturalistiche, gruppi di cittadini e che ha organizzato il 23 marzo scorso una giornata porte aperte che è stato un grande successo con circa 600 presenze.
All’orizzonte però il futuro non è così roseo perché si registra una leggera contrazione delle commesse che si unisce a una burocrazia che tende sempre ad aumentare, inserendo nuovi lacci e nuovi ostacoli, piuttosto che ridursi migliorando la dinamicità”.