Questa mattina Giulio Manfredi, nella veste di segretario dell’associazione radicale Adelaide Aglietta, ha presentato presso il Consiglio Regionale del Piemonte una petizione regionale che richiede alla Giunta regionale:
– di avviare azioni sperimentali in forma di “progetto pilota” al fine di produrre medicinali cannabinoidi mediante coltivazione della cannabis presso l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA) di Torino e/o presso l’Istituto Bonafous di Chieri (TO) e successivo inoltro della cannabis coltivata allo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, deputato alla produzione di farmaci cannabinoidi;
– di attivare parrtnership di ricerca e valutazione, prodromici alla produzione da parte di soggetti autorizzati secondo la normativa vigente, con università del Piemonte, associazioni degli utenti e altri soggetti portatori di interesse e/o di specifiche competenze.
Successivamente, Manfredi, assieme a Igor Boni (presidente Associazione Aglietta) e Alessandro Frezzato (Associazione Luca Coscioni), ha illustrato alla stampa, presso il Municipio di Torino – utilizzando il cosiddetto “diritto di tribuna“ previsto dallo Statuto Comunale – la petizione comunale che richiede al Comune di Torino di attivarsi a sua volta per l’avvio di “progetti pilota” di coltivazione della cannabis terapeutica sul territorio cittadino, come anche richiesto dall’Ordine del Giorno 2012-05025/002 (presentato dal consigliere comunale Silvio Viale e altri, e approvato dal Consiglio Comunale di Torino nella seduta del 13 gennaio 2014 con 24 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astenuto).
All’uscita dalla conferenza stampa, i tre esponenti radicali hanno dichiarato:
“Mettiamo da parte, senza dimenticarlo, il dibattito “legalizzazione contro proibizionismo”. Stiamo parlando d’altro: la cannabis terapeutica è formalmente legale in Italia dal 2007 ma concretamente solo 60 cittadini italiani sono riusciti ad accedere ai farmaci cannabinoidi nel 2013. Finalmente, la settimana scorsa, c’è stato un passo in avanti, con la firma dell’accordo fra Ministeri della Salute e della Difesa per far coltivare e produrre i farmaci cannabinoidi dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Si tratta ora di fare altri passi in avanti, permettendo la coltivazione e produzione dei farmaci cannabinodi in altri siti italiani, con tutte le garanzie necessarie di rigore scientifico e sicurezza. Già 11 regioni hanno deliberato provvedimenti sulla cannabis terapeutica; a noi e ai malati non interessa che la Regione Piemonte arrivi dopo le altre, ma che faccia effettivamente delle cose, in sinergia con il Comune di Torino e con chi vorrà dare una mano, per garantire a chi ne ha bisogno farmaci cannabinoidi a costi contenuti e con tempi brevi di consegna”.