Non è necessario essere giuristi o principi del foro per leggere le leggi; chi si candida a guidare il Piemonte non solo puo’ ma deve farlo, prima di lanciare accuse ai concorrenti.

La legge regionale n. 21 del 29 luglio 2009 è composta di un solo articolo di 11 righe ed è molto chiara; permette, fra l’altro, ai partiti che hanno almeno un eletto nel Parlamento Europeo o in quello nazionale di poter presentare le liste provinciali e (ripetiamo “e”) il listino senza obbligo di raccogliere le firme.

Se il legislatore avesse voluto prevedere la dispensa delle firme solo per una delle due fattispecie avrebbe utilizzato la lettera “o” e non la lettera “e”. Anche i bambini delle elementari sono in grado di cogliere la differenza.

Detto questo, suonano altrettanto ridicole le accuse dei grillini a PD e a Chiamparino. Il movimento che ad ogni piè sospinto dichiara di rappresentare il popolo non ha raccolto le firme del popolo ma si è avvalso legittimamente dell’esenzione prevista dalla legge. Lo stesso movimento rinfaccia al PD e a Chiamparino di avere raccolto le firme dei cittadini per la presentazione. La situazione ricorda molto la favola del lupo e dell’agnello. Bono vada a rileggersi Esopo.