Candidato sindaco di Torino 2021

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C’è un solo referendum che avrebbe senso fare in questo frangente pericolosissimo: una consultazione popolare di tutti cittadini dell’attuale Europa – il primo referendum a valenza europea – per chiedere se sono o meno d’accordo con gli Stati Uniti d’Europa.
Una specie di referendum costituente per chiedere se si è o meno d’accordo con una politica estera e di difesa comune, un esercito comune, una politica fiscale comune, una politica dell’immigrazione comune, una politica ambientale comune.
Sarebbe una risposta adeguata ai tempi invece di inseguire stupidamente l’illusione di Tsipras come fanno tanti politicanti italiani o le politiche burocratiche dei governi europei (tedesco innanzitutto) che nel recente passato hanno fornito compiti impossibili alla Grecia (che nessuno di loro sarebbe stato in grado di eseguire a casa propria) creando di fatto i presupposti della deriva attuale.
Se si riuscisse a fare un salto in avanti con la creazione di un unico stato europeo di stampo spinelliano e federalista conquisteremmo altri decenni di pace e benessere, altrimenti lo sfilacciamento lento ma continuo e inesorabile dell’attuale Europa, in concomitanza con i colpi di coda del gigante russo, può prefigurare il peggio. Parlo proprio del peggio.

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Mettiamo la foto dei nostri marò
in tutti gli uffici pubblici
accanto a quella di Mattarella

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La Corte Suprema indiana ha spostato al 14 luglio l’udienza riguardante la vicenda dei Fucilieri di Marina italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. È l’ennesimo rinvio che porta la data dell’udienza alla vigilia della scadenza dell’ultimo permesso concesso a Latorre per seguire la sua terapia riabilitativa in Italia.
I Radicali dell’Associazione Adelaide Aglietta chiedono alle Istituzioni, a cominciare dal Sindaco di Torino Piero Fassino e dal Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino di affiancare alla foto del Presidente Mattarella quelle dei due fucilieri di marina. Un segno di vicinanza a chi sta subendo una palese e reiterata violazione dei diritti umani e di difesa.

Dichiarazione di Igor Boni (Coordinatore Associazione radiale Adelaide Aglietta):
Come ribadito nel passato, poco importa se si pensa che Latorre e Girone abbiano effettivamente commesso quello di cui sono accusati.
Non dobbiamo fare l’errore di farci stancare dal tempo che passa inesorabilmente e concentrarci su un percorso giudiziario della Magistratura indiana che non è compatibile con uno stato democratico e non può e non deve essere accettato. Questa vicenda va ricordata ogni giorno, non solo nelle date istituzionali come quella recente del 2 giugno.
Per questo ritengo occorrano azioni, anche simboliche, per testimoniare vicinanza ai due connazionali ma soprattutto per segnalare come l’Italia non accetti in alcun modo che l’India calpesti diritti umani e di difesa come ha fatto e sta facendo. Con questo spirito, nonviolento e combattivo, chiediamo alle Istituzioni, al Presidente Chiamparino e al Sindaco Fassino (ma a tutti i presidenti di ogni ordine e grado in Piemonte e in Italia) di affiancare le foto dei due fucilieri a quella del Presidente Mattarella.
Se in ogni ufficio d’Italia, dalla Polizia di Stato ai Carabinieri, dai Ministeri alle circoscrizioni, tutto questo si realizzasse avremmo avuto la forza di reagire non solo con comunicati ufficiali o missive istituzionali ma con un atto visibile di grande impatto e significato. Spero che molti facciano propria questa proposta e la mettano in atto da subito
“.

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Amici del PD: svegliatevi!
Svegliamoci!

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(convegno del 20 giugno 2015 “a sinistra nel PD” alla Gam di Torino con Gianni Cuperlo e Roberto Speranza – foto Piero Chiariglione su Facebook)

Sarà perché sono abituato a confrontarmi sulle idee con chiunque senza infingimenti di sorta ma l’opportunismo mi colpisce e mi sorprende sempre. Mi ha sorpreso quando masse di anti-renziani si sono trasformati in renziani e ora si vedono le avvisaglie di masse di renziani pronti a tornare anti-renziani. Meglio però aspettare ancora un po’ per vedere come va a finire, chissà che Renzi riprenda a pieno le redini del gioco e poi decidiamo…
Se da una parte Matteo Renzi è riuscito nella gestione del partito a voltare pagina a livello nazionale, nel bene e nel male, non così è accaduto a livello regionale.
Certamente in Piemonte – ma probabilmente anche in molte altre regioni o forse in tutte – il cambiamento non s’è visto.
Dire che tutto è rimasto intatto come prima sarebbe troppo banale; semplicemente la maggioranza dei dirigenti piddini di prima si è comodamente posizionata nel battello renziano mantenendo inalterati metodi e dinamiche che sono vecchi e dannosi.
E’ cominciato da tempo – l’ultima tornata elettorale amministrativa lo ha solo portato finalmente alla luce – un percorso di inconsapevole autodistruzione che vede le componenti interne come principale nemico: convegni organizzati in contemporanea gli uni contro gli altri, candidati sindaci che vincono le primarie che sono contrastati in fase elettorale da chi le ha perse, sindaci eletti che si cerca di disarcionare dall’interno dopo due settimane. Presi dalla bagarre non si scorge più la dinamica complessiva.
Fermatevi un momento ad osservarla e giudicatela con distacco.
Quindi io credo occorra subito una soluzione di continuità che non è semplicemente la rottamazione dei vecchi dirigenti; ogni tanto i giovani sarebbero da rottamare più dei vecchi. Occorre rottamare un modo di fare politica che non solo non è più attuale ma è stato foriero di una parte importante dei disastri italiani.
Di che parlo? Parlo di clan delle preferenze; parlo di cooptazione di amici e di amici di amici; parlo di clientele che non necessariamente sono illecite ma certamente sono un male per la nostra politica.

I consigli si danno a chi li chiede ma ogni tanto meglio forzare la mano. Per questo mi permetto di dire al Segretario regionale del PD piemontese alcune cose:
1) direzione straordinaria da convocare subito con all’ordine del giorno l’analisi di quanto accaduto in Piemonte alle elezioni e confronto aperto riguardo alla lotta tra correnti che sta avvenendo senza alcuna visione politica;
2) proposizione in Consiglio regionale di una legge uninominale e maggioritaria che spazzi via le preferenze: così facendo di avrebbe una nuova classe dirigente nel giro di pochi anni;
3) sul piano della legalità e della trasparenza smettere di parlare ed agire presentando il progetto di legge “Piemonte trasparente” elaborato con i Radicali e costringendo tutti gli amministratori e i nominati a rispettare la legge (oggi così evidentemente non è).
E dato che sono in vena di consigli, due li mando anche a Matteo Renzi:
1) in una dinamica elettorale tripolare dove due dei tre poli vedono come obiettivo la vittoria sul PD non sarebbe meglio una riflessione aggiuntiva su una legge elettorale, l’Italicum, che manda al secondo turno le due liste più votate? In questo caso (Venezia e Venaria insegnano) il PD che prende più voti al primo turno potrebbe essere battuto nel secondo dalla seconda arrivata (5stelle o Lega) sulla quale convergono i voti contro il PD. E se il voto si trasforma in un referendum per o contro il PD, il PD perde sempre. Giusto per dire che non credo come la Boschi che questa legge elettorale ce la copieranno in tutto il pianeta. E l’ho detto e scritto in tempi non sospetti: l’uninominale maggioritario è la soluzione.
2) mettere mano ai partiti regionali significa, da Statuto, non escludere commissariamenti dove l’intrico di interessi, correnti, malaffare o altro sia ormai indistricabile. Occorre pensare anche a questo se si ha l’obiettivo di cambiare verso o addirittura, se serve, di resettare un intero sistema.

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Ipla, l’assemblea dei soci conferma per un altro anno
Igor Boni Amministratore Unico
aspettando l’Agenzia Foreste e Territorio del Piemonte

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Si è svolta l’Assemblea dei Soci presso l’IPLA Spa, nella quale il socio di maggioranza, la Regione Piemonte, ha confermato per un anno alla guida dell’Azienda Igor Boni, dipendente in aspettativa della società che ricopre l’incarico dal luglio 2014.
Nella delibera di nomina si ribadisce l’intenzione “di non rinunciare alla professionalità del Sig. Boni Igor” e che una scelta di un soggetto esterno alla Società “costituirebbe un’alternativa economicamente più onerosa per il bilancio della Società”.
Nella stessa delibera si ribadisce la volontà di costituire l’Agenzia Foreste e Territorio della Regione Piemonte tramite l’integrazione di IPLA SpA e degli operai e impiegati forestali della Regione. La nomina ad Amministratore unico ha scadenza alla nascita del nuovo soggetto o, al più tardi, alla chiusura del bilancio 2015 (tra circa un anno).

Dichiarazione di Igor Boni:
I dieci mesi trascorsi dal mio insediamento come Amministratore Unico, dopo 20 anni di lavoro da dipendente, sono stati molto complicati. Abbiamo dovuto affrontare scogli che all’inizio sembravano insormontabili ma tramite una gestione virtuosa siamo riusciti a rimetterci in carreggiata. La politica di riduzione del personale che ci ha portato ad una diminuzione dei costi di oltre il 12% e una programmazione con la Giunta regionale molto accurata sulle priorità d’azione dell’Istituto hanno fatto ripartire la macchina. Dopo la chiusura in attivo del bilancio 2014, ora possiamo lavorare a pieno regime rispondendo a una parte importante delle richieste di lavoro e di progetti che giungono dai nostri assessorati di filiera. Speriamo inoltre che il grande lavoro fatto sull’accesso ai finanziamenti europei e di collaborazione con altri enti di ricerca piemontesi, nazionali e internazionali porti presto i suoi frutti.
L’errore che non dobbiamo fare – e che non devo fare – è quello di pensare che i problemi siano risolti. Per uscire definitivamente dalle gravi criticità degli scorsi anni dobbiamo procedere speditamente verso la riforma che abbiamo contribuito a costruire, per realizzare finalmente una struttura che metta insieme le nostre competenze con quelle degli impiegati e operai forestali della Regione. E’ questa la vera sfida che abbiamo davanti e che dovremo portare a termine il più rapidamente possibile, per rispondere sempre meglio alla necessità di valorizzare i territori rurali, collinari e montani, la nostra agricoltura e le nostre foreste, rimettendo definitivamente al centro dell’agenda piemontese un utilizzo delle risorse sostenibile, che faccia convivere l’esigenza di crescita economica con quella di salvaguardia dell’ambiente
.”

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Radicali piemontesi in lutto per la morte di Nicola Vono

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Nicola Vono (nella foto qualche tempo fa con Mina Welby e Igor Boni), di 35 anni, da oltre 10 anni militante e dirigente radicale, si è spento ieri in seguito alle complicanze post-operatorie per l’asportazione di un meningioma.
Non vedente a causa di una malattia degenerativa agli occhi, ha partecipato a Torino a tutte le iniziative dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta di cui è stato tesoriere fino al 2013 e sempre nella Giunta di segreteria. Per anni rappresentante dell’Associazione al Comitato nazionale di Radicali Italiani, si è impegnato soprattutto nelle lotte per la libertà di ricerca scientifica, per i diritti dei disabili e i diritti civili di tutti. Ha collaborato con il mondo socialista piemontese partecipando alle iniziative del Gruppo di Volpedo. Il 15 maggio scorso, con Mina Welby, ha partecipato alla conferenza stampa di lancio della proposta radicale per una legge sul testamento biologico in Piemonte.
Dichiarazione di Igor Boni, Silvja Manzi e Marco del Ciello (Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta):
“Poche settimane fa abbiamo perso Antonello Polito, oggi dobbiamo ricordare l’amico e compagno Nicola. Quando muore una persona cara è sempre difficile trovare le parole adatte, ma quando a lasciarci è una persona di 35 anni, improvvisamente e dopo aver subito nella propria vita altre vicende sfortunate, il dolore è ancora più grande e la difficoltà ancora maggiore. Nicola era una colonna dell’Associazione Aglietta, sempre presente con le sue proposte, i suoi lunghi interventi e il suo carattere spigoloso. Una persona impegnata, capace di lottare contro la sua malattia e di lottare per tutti. Per i diritti di tutti. La sua morte ci riporta a riflettere su quanto siamo fragili, su quanto il nostro passaggio sia breve ma anche sull’importanza di impegnarsi per cambiare le cose. Nicola, malgrado le sue difficoltà, ha combattuto in modo nonviolento ogni giorno. Noi, umilmente, proveremo in qualche modo a continuare anche la sua lotta, a partire dalla approvazione di una legge sul testamento biologico in Piemonte che era la sua priorità di queste ultime settimane.”

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Tomba del Migrante Ignoto
Proposta dei Radicali al Governo

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Sulla scorta della storia successiva alla prima guerra mondiale che ha fatto sì che in Italia come in Francia e in altri Paesi coinvolti nella Grande Guerra si realizzasse la Tomba del Milite Ignoto, i tre coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Marco del Ciello, Silvja Manzi e Igor Boni propongono al Governo Italiano la realizzazione della Tomba del Migrante Ignoto in occasione della Festa della Repubblica.

Dichiarazione dei tre esponenti radicali:
“A Palermo e a Napoli sono già stati realizzati monumenti atti a ricordare i migranti morti nel tentativo di raggiungere le coste dell’Europa. Noi crediamo tuttavia che sia necessario costruire una tomba del Migrante ignoto che, come si fece nel 1920 per i caduti della Grande Guerra, contenga una delle tante salme rimaste senza nome tra le migliaia di morti di questi mesi e anni nel Mediterraneo. Un modo per consentire ai parenti delle vittime che non hanno mai potuto ritrovare i loro cari deceduti di avere un luogo dove piangerli e ricordarli, in una località idonea sulle nostre sponde. Un luogo istituzionale a futura memoria di una delle più grandi e gravi tragedie del nostro tempo che si è consumata e si consuma sotto i nostri occhi, mentre alcuni Governi europei rifiutano qualche migliaio di rifugiati politici in nome del consenso elettorale. Un simbolo di fratellanza contro le vergognose strumentalizzazioni gridate a gran voce dalla Lega e da altri partiti europei xenofobi che servono a muovere pance e voti ma non certo a risolvere il problema. Facciamo questa proposta proprio il 2 giugno perché crediamo che sia nostro dovere di Stato repubblicano, di Europa, di cittadini democratici fare di tutto per fermare questo massacro”.

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Corte Costituzionale o Corte Irresponsabile? A bocce ferme, dopo qualche giorno dal fatto, mi sento di dire che la decisione della Corte Costituzionale in merito alle pensioni è per dir poco alquanto discutibile.
Qualcuno potrà contestare: ma tu che ne sai, sei mica un costituzionalista! No, non lo sono. Ma dato che il voto che potrebbe costare al Paese dai 16 ai 18 MILIARDI di euro è stato preso a maggioranza e da quel che si scrive 6 giudici hanno votato contro direi che anche costituzionalisti di provata fama ed esperienza hanno dubbi.
Può quindi una Corte divisa a metà – e senza il plenum previsto dato che mancano due giudici – arrogarsi il diritto di modificare fino a distruggere un percorso economico di risanamento messo in campo da Governi e Parlamenti dopo dibattiti, discussioni e mediazioni? Può un principio di diritto evidentemente non univoco portare a modificare provvedimenti fino a prefigurare il collasso del Paese se fossero rispettate alla lettera le indicazioni della Corte? Io dico di no. La Corte stessa, negli anni, a partire dai giudizi sulla ammissibilità dei referendum (giudizi in alcuni casi vergognosi), ha dimostrato di uscire dal dettato costituzionale ampiamente costruendo una “Costituzione di fatto” che ha travalicato la “Costituzione scritta”. Possiamo discutere a lungo su questo, se sia giusto o sbagliato. Io credo ad esempio che una cosa è la “sacralità” del principio scritto, altra cosa è il “principio interpretato”. Ma è assolutamente incontrovertibile che un organismo di questa natura che si prende il potere di disfare e ricostruire al posto del legislatore deve assumere le proprie decisioni in piena trasparenza. Nessuno è intoccabile, nemmeno i Giudici della Corte. In sostanza voglio sapere chi ha votato in un modo e in un altro e perché; voglio che le sedute siano pubbliche e che il dibattito tra i giudici sia pubblico; voglio che i documenti presentati siano pubblici. Altrimenti arriviamo al paradosso di analizzare il pelo nell’uovo di ogni Parlamentare, dei Ministri, di Presidenti di ogni ordine e grado e poi vedere che un pugno di Giudici in una stanza chiusa possa fare il bello e il cattivo tempo senza alcun controllo o verifica.

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Per qualche preferenza in più…

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Per qualche preferenza in più!
Se fossi in Parlamento utilizzerei tutto il tempo, fino all’ultimo minuto, per convincere Renzi, il Governo, i Grillini, il PD, Forza Italia… che il ritorno al Mattarellum è la soluzione. Alla fine, se non avessi ottenuto nulla, voterei l’Italicum con o senza fiducia. È una brutta legge ma non si può far l’economia del passato dato che arriviamo dalla vergogna del Porcellum e che oggi voteremmo con una legge che ci proietterebbe di nuovo nella prima repubblica: il cosiddetto Consultellum.
Sentire ora le dichiarazione dei Bersani, Bindi, D’Attorre, Letta, Civati , Fassina mi fa venire l’orticaria. Sono gli stessi che non più di due anni fa hanno affossato la mozione Giachetti che avrebbe riportato in auge l’uninominale maggioritario e oggi, con la scusa di inserire qualche preferenza in piu (preferenze che alimentano clientele e clan), puntano ad affossare anche questa riforma. Ridicolo.
Con queste prese di posizione voterei l’Italicum con un po’ meno di nausea.

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Ipla, l’Amministratore unico: dopo 9 mesi di lavoro
II bilancio 2014 chiude in attivo di 10mila euro

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Si è svolta oggi l’Assemblea ordinaria dei Soci nella quale l’Amministratore unico Igor Boni ha presentato il bilancio della Società – approvato dai soci – che chiude il 2014 con circa 10.000 € di attivo. Durante l’incontro sono stati illustrati i dati relativi ai 9 mesi di lavoro e i risultati ottenuti:
· Chiusura del bilancio con un attivo di circa 10.000 € dopo che a giugno – nella semestrale – era stato riscontrato un passivo di 108.000 €.
· Presentazione alla Giunta regionale del Piano industriale per la creazione della “Agenzia Foreste e Territorio” come indicato dalla Legge regionale 1/2015 all’art. 17.
· Riduzione del personale di oltre il 10% grazie a incentivi al pensionamento e all’esodo, in accordo con dipendenti e sindacato, anticipando il dettato dell’art. 12 della L.r. 1/2015.
· Riduzione dei costi del personale di circa il 12%, circa 400.000 €/anno.
· Riduzione dei costi dell’Amministrazione della società di circa un terzo con un risparmio complessivo di circa 110.000 € in virtù della scelta interna dell’Amministratore unico.
· Riduzione di oltre l’87% del costo dei rimborsi erogati all’Amministratore unico in raffronto alle passate gestioni (i rimborsi sono pubblicati mese per mese sul sito).
· Nessun utilizzo della Cassa Integrazione in deroga.
· Riduzione dei debiti verso i fornitori e dei crediti dalla Regione.
· Ampliamento dell’accesso al credito con le Banche.
· Impostazione strategica di progetti internazionali per ottenere fondi dalla nuova programmazione europea.
· Rispetto rigoroso dei tempi di consegna dei progetti e della qualità dei lavori.
· Impostazione delle linee progettuali strategiche con gli uffici regionali e gli assessorati di filiera per ottimizzare le risorse disponibili nel 2015.
· Totale rispetto della normativa sulla trasparenza con pubblicazione sul sito in tempo reale di bilanci, provvedimenti, incarichi, curricula e compensi in “Amministrazione trasparente”.
· Aggiornamento delle azioni rivolte a migliorare la sicurezza (ripristino dispositivi antincendio, verifica sicurezza e stabilità alberi, aggiornamento cartellonistica antifumo).
· Attivazione della manutenzione straordinaria degli edifici grazie all’impegno regionale.
· Ingresso in Istituto di cittadini e scuole per far conoscere la tenuta di proprietà regionale e diffondere conoscenze sull’ambiente.

Dichiarazione di Igor Boni
“Dopo oltre nove mesi il bilancio complessivo è certamente positivo. Abbiamo ridotto la sofferenza della Società, chiuso in attivo il 2014 (non era affatto scontato date le premesse) e impostato la riforma sulla quale proseguiremo a lavorare senza sosta. Abbiamo dimostrato che è possibile gestire una Società partecipata tenendo presente che i soldi pubblici non sono come quelli privati, sono più importanti. Nel futuro dovremo ottenere al più presto il risultato di costituire la nova struttura che metta insieme IPLA con operai e impiegati forestali per migliorare l’impatto positivo che le attività in campo forestale, territoriale e ambientale possono avere sulla gestione razionale delle risorse naturali e la valorizzazione e protezione dei territori rurali e montani. Una struttura che dovrà, più della attuale SpA, saper trovare incarichi e lavori da altri committenti oltre i proprietari. L’errore che non dobbiamo commettere è di credere che i problemi siano finiti; purtroppo siamo solo all’inizio del percorso ma finalmente abbiamo abbandonato le secche del recente passato. Un ringraziamento sentito va al Direttore generale, Dott. Luca Rossi, alle RSU, agli uffici amministrativi dell’Istituto senza i quali non sarebbe stato possibile arrivare fin qui e a tutti i dipendenti. Un grazie infine agli Assessori Reschigna, Ferrero, Valmaggia e De Santis che hanno compreso il valore delle nostre competenze e ci hanno supportati e spinti verso questi obiettivi”.
Per informazioni: Igor Boni (348/5335309)

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Referendum propositivi a Torino
Radicali aderiscono all’iniziativa
del comitato Partecipazione Attiva

16-2-2015torinosimuove

Il comitato di cittadini “Partecipazione Attiva” (www.partecipazioneattiva.com) rifacendosi all’art. 13 dello Statuto del Comune di Torino ha proposto al Consiglio Comunale una Delibera di Iniziativa Popolare per inserire nello Statuto della Città strumenti che possano migliorare la partecipazione diretta dei cittadini nelle decisioni dell’amministrazione, introducendo il Referendum Propositivo, attualmente non previsto, e l’abbassamento del quorum e del numero di firme necessarie per l’indizione di un referendum.

Dichiarazione di Igor Boni e Giulio Manfredi (presidente e segretario Associazione radicale Aglietta)
“Si fa un gran parlare dell’esigenza di riavvicinare i cittadini al Palazzo anche se la politica ufficiale si guarda bene dal concedere davvero concrete possibilità di scelta. L’esempio recente della vergognosa bocciatura da parte del Consiglio comunale di Torino dei referendum consultivi da noi promossi sull’introduzione del road-pricing (nella foto) per costruire la seconda linea della metropolitana e contro il consumo di suolo la dice lunga su quanta strada ci sia ancora da fare. Con lo spirito di ampliare la possibilità d’azione di chi dal basso si vuole impegnare, aderiamo con convinzione a questa iniziativa alla quale cercheremo di apportare il nostro contributo concreto di firme il 1° maggio, quando scenderemo in piazza in occasione della festa dei lavoratori raccogliendo le sottoscrizioni dei cittadini anche su questa proposta. Lo diciamo innanzitutto agli amici del Partito Democratico: ‘accorciamo le distanze’, non solo a parole”.

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