La legge è uguale per tutti, dappertutto. La lista “Pensionati per Pichetto” è stata giustamente esclusa dalla competizione elettorale dal Tribunale di Torino; deve essere esclusa anche in tutte le altre province del Piemonte. Questo, lo ripetiamo, in base a tre motivazioni:
innanzitutto, è l’emanazione di un gruppo consiliare (Pensionati per Cota) che non dovrebbe più esistere perché è stato accertato dai tribunali che la lista omonima non aveva il numero minimo di candidati validi per essere presentata. Quando, con grave ritardo, il Consiglio Regionale ha votato la decadenza di Michele Giovine da consigliere regionale, il centro-destra ha imposto la sua sostituzione con Sara Franchino (prima dei non eletti in quella lista illegittima) speculando già sui voti dei “Pensionati” alle elezioni; invece, il posto di Giovine avrebbe dovuto rimanere vuoto e il gruppo consiliare “Pensionati per Cota” avrebbe dovuto scomparire.
La seconda ragione l’abbiamo esposta nella nostra lettera al Presidente del Consiglio Regionale (che ci ha risposto, anche se la cosa pare non degna di apparire sui media): i gruppi consiliari del 2010, travolti anch’essi dall’annullamento delle elezioni regionali, non possono produrre effetti giuridici per il futuro (quale è quello della possibilità di presentare liste alle elezioni senza obbligo di raccolta firme, come da L. R. 21/2009).
Terza motivazione: il gruppo consiliare “Pensionati per Cota” aveva dichiarato di collegarsi con la Lista “Partito Pensionati”, non con la Lista “Pensionati per Pichetto”. In materia elettorale, i nomi non sono solo importanti, sono decisivi.
Infine, una parola per Gilberto Pichetto, che inizia la campagna elettorale con il piede sbagliato. Non contento di tutto il danno arrecato ai piemontesi da Michele Giovine, ha provato a prenderlo con sè per la terza volta. Non avrà i suoi voti e per tutta la campagna elettorale gli potremo rinfacciare lo scarso rispetto della legalità che ancora una volta il centrodestra ha dimostrato.
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