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Leopolda piemontese per buttare il cuore oltre l’ostacolo
Lettera aperta a Davide Gariglio, segretario regionale Pd e la sua (immediata) risposta

per editorialino
Igor Boni, Presidente dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta (candidato alle scorse regionali nelle liste del PD) ha inviato la seguente lettera aperta al segretario regionale del PD Davide Gariglio

“Caro Davide,
credo sarebbe necessario organizzare da subito un grande evento di confronto sul futuro della nostra Regione e del PD piemontese. Una sorta di Leopolda regionale nella quale riflettere su cosa sta accadendo attorno a noi.
Le spinte di innovazione che arrivano da molte parti non sono adeguatamente colte dalla struttura del partito regionale.
Dovremmo dare risposte nuove alla crisi del lavoro provando a sperimentare in modo attivo politiche liberali come quelle proposte da Pietro Ichino.
Dovremmo, sui diritti civili, evitare di vedere il PD sorpassato dal Vaticano magari facendo una battaglia per vedere equiparati i diritti di tutte le famiglie nel welfare regionale e attivando senza ritardi la fecondazione eterologa.
Dovremmo, sulla giustizia, prendere atto che la necessità di una riforma che apra le porta alla responsabilità civile dei magistrati e alla separazione delle carriere non solo non è un tabù ma qualcosa di necessario, e non solo perché ce lo chiede l’Europa.
E ancora dovremmo sulla legge elettorale regionale ragionare su come arrivare ad eliminare il listino dei nominati (con mercato delle vacche allegato) e il voto di preferenza passando ad una legge maggioritaria uninominale: quanti, su questo, sanno che solo il 15-20% dei votanti seleziona chi sarà eletto?
Su trasparenza e legalità, i temi che hanno guidato la mia campagna elettorale, è giunto il tempo come promesso insieme di presentare il progetto di legge “Piemonte trasparente” per togliere ai partiti la scelta dei nominati nella sanità e procedere ad un processo di trasparenza nella selezione delle persone in base al merito e non alle appartenenze partitiche o correntizie.

Ho la profonda convinzione che se non sapremo prendere in mano nuovamente tutto questo, con capacità di proposta, con passione e con l’ambizione di conquistare un cambiamento nei confronti del passato si prospetta davanti un futuro pericoloso. Non per il PD ma per le politiche di questo territorio.
Siamo nel cuore della crisi con i dati peggiori sulla chiusura di aziende e partite iva, di perdita di posti di lavoro e di utilizzo di cassa integrazione rispetto a tutto il Nord e Centro Italia e non possiamo più rimanere legati a vecchie e logore logiche.
Occorre gettare il cuore oltre l’ostacolo. La rottamazione delle persone in base al dato anagrafico l’ho sempre trovata una procedura volgare e priva di significato ma rottamare vecchie politiche e vecchie consuetudini è doveroso e dovremmo farlo da subito.

Con questi auspici ti chiedo, vi chiedo, di convocare un evento pubblico fuori dalle logiche strette di partito per dare voce, luce e concretezza ad un rinnovamento che tarda purtroppo a farsi strada.

Con affetto,
Igor Boni”

ECCO LA RISPOSTA DI DAVIDE GARIGLIO

Caro Igor, cari amici dell’Associazione Adelaide Aglietta,
oggi, mentre seguivo i lavori della Leopolda, ho visto la vostra lettera che mi sollecita a creare un evento simile nella nostra Regione, per discutere fuori dagli schemi preordinati di partito, in modo coraggioso e prospettico, del futuro del nostro territorio e delle scelte che spetta a noi assumere.
Sono totalmente d’accordo con voi.
Nella segreteria regionale già a luglio abbiamo deciso di creare un evento simile, che dovrebbe tenersi – impegni nazionali permettendo – il 29 novembre a Torino.
Alcuni membri della segreteria ci stanno lavorando appassionatamente.
Questo dovrebbe essere il momento di avvio del lavoro programmatico, che sarà poi sviluppato dagli 11 forum tematici regionali, cui hanno già aderito più di 500 persone.
Al termine di tutto, tra un anno, terremo una grande conferenza programmatica, la prima per il Piemonte, come previsto dal nostro Statuto.
Ti/vi chiedo aiuto.
Lo sforzo che dobbiamo fare é quello di superare i nostri schematismi mentali, la pigrizia culturale di chi ripete sempre le scelte del passato per paura di avventurarsi su strade nuove.
Gli interventi di oggi, qui alla Stazione Leopolda, raccontano tutti di esperienze partite col coraggio della rottura, della discontinuità, anche dell’azzardo.
Il PD, per come lo concepiamo noi, deve saper guidare il Paese in uno straordinario sforzo di rinnovamento.
Mi rendo conto che su di noi pesano grandi aspettative e che il nostro partito a volte é più teso a conte interne, a discussioni in house, che non a traghettare con decisione il Piemonte verso il futuro.
Oggi in Regione viviamo un momento di crisi finanziaria drammatica, che obbliga noi amministratori regionali a decisioni forti e innovative già nell’immediato.
Ecco perché l’evento che immaginiamo non é fine a se stesso, ma funzionale ad offrire idee e soluzioni concrete a chi deve compiere le scelte.
È la grande funzione del partito, che per troppi anni in Italia abbiamo subappaltato agli amministratori.
Ora noi dobbiamo provarci.
Lo sforzo della segreteria regionale é in questo senso.
Abbiamo bisogno anche del vostro aiuto e delle vostre idee.
Con amicizia.
Davide
Firenze, 25 ottobre 2014

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Il “pachiderma” Europa deve cogliere la crisi russo-ucraina
per dare corpo ad una politica estera e di difesa comuni

Dopo molti anni rivedere uno accanto all’altro Benedetto Della Vedova e Olivier Dupuis è stato come immaginare che il tempo non fosse passato.
L’Ucraina ci ha riportato insieme a lottare per dare dignità ad una scelta europeista contro la deriva espansionista della Russia.
Con Pino Perri che ha fatto una intrduzione sulla storia dell’Ucraina da incorniciare (e da riascoltare su Radio Radicale) siamo entrati in una realtà che pochi conoscono.
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(la sala del Circolo dei Lettori di Torino)
L’iniziativa l’abbiamo realizzata nella splendida cornice del Circolo dei lettori, nell’occasione della presentazione del libro «Le ombre degli avi dimenticati» (apice libri) di Mychajlo Kocjubynskyj, un romanzo breve ambientatao sui Carpazi ai primi del 1900 che racconta vicende legate alle tradizioni di quei popoli; tradizioni e storie che sono analoghe a quelle delle nostre montagne.
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Dalla mia ormai purtroppo lunga storia politica mi sono tornate alla mente le nostre iniziative sulla ex-Yugoslavia, con la richiesta di ingresso della Bosnia nella comunità europea per scongiurare la guerra e uno storico consiglio generale del Partito Radicale convocato in Croazia, a Zagabria, in un sotterraneo antiaereo mentre Milosevic cominciava a bombardare.
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(Olivier Dupuis)
La storia si ripetè in Kossovo dove Antonio Russo, unico giornalista presente in loco, ci fornì reportage giornalieri prima di scappare in treno con i profughi. E poi la Cecenia dove una comunità europea imbelle (più di quanto lo era stata in Yugoslavia) lasciò nelle mani sanguinarie del regime di Putin la speranza democratica. Mi è tornato alla mente l’amico e compagno ceceno Umar Kambiev, le nostre comuni battaglie, le speranze e la sconfitta. Ho ripensato all’invasione russa in Georgia e ora tocca all’Ucraina.
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(Benedetto Della Vedova)
Abbiamo lottato; ogni tanto riuscendo almeno per un millimetro a far prevalere ragionevolezza e democrazia, altre volte siamo stati sonoramente battuti. In ognuna di queste vicende tragiche l’Europa è stata un fantasma, una presenza assente, un pachiderma economico incapace di agire politicamente.
Oggi tuttavia abbiamo di nuovo una grande occasione, quella di cogliere la crisi russo-ucraina per dare corpo ad una politca estera e di difesa comune, per dare corpo agli Stati Uniti d’Europa di Altiero Spinelli, del Manifesto di Ventotene. Oggi tenere alta la bandiera dell’Ucraina e difendere il ritorno di quel Paese all’interno della casa comune europea è una scelta imprescindibile per arginare le velleità espansioniste e ricattatorie di Putin e della Russia, contro il silenzio complice di tanta parte dell’Occidente.
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(Pino Perri)
Troppe volte le diplomazie hanno preferito girare la testa dall’altra parte per poi trovarsi presto di fronte a disastri ancor peggiori. Questa volta occorre agire al massimo livello con la diplomazia e con le sanzioni; una guerra alberga nel cuore dell’Europa, a casa nostra, ma la maggior parte di noi vive tutto questo con sufficienza o addirittura con disinteresse.
Credo che ciascuno invece dovrebbe abbandonare per un attimo le proprie legittime e personali occupazioni e preoccupazioni e darci una mano per fornire sostegno alla causa democratica e di liberazione del popolo ucraino. Chiedere un’Ucraina europea significa difendere noi stessi.
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IPLA: PORTE APERTE AL CAMBIAMENTO

per editorialino

Il 4 ottobre prossimo presso la sede dell’IPLA in C.so Casale 476, dalle 10 alle 17 apriremo i nostri cancelli a tutti.
Da 35 anni ci occupiamo di Green economy e valorizzazione dei territori, protezione dal dissesto idrogeologico e filiere energetiche, protezione delle risorse naturali e innovazione in agricoltura, monitoraggio del Programma di sviluppo rurale e lotta alle zanzare, biodiversità e gestione dei 900.000 ettari di boschi regionali, formazione in ambito forestale, tutela del suolo e progetti internazionali, ciclo dei rifiuti e sentieristica, valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale e lotta ai cambiamenti climatici… Vogliamo far conoscere le nostre attività e le nostre capacità ma vogliamo anche cambiare per andare incontro alle esigenze imprescindibili dettate dalle difficoltà economiche e da una struttura societaria che deve riformarsi per essere ancora più efficace e al passo con i tempi.sitoIpla
Con questo spirito stiamo affrontando queste settimane a dir poco impegnative, tentando di realizzare un progetto che da anni abbiamo in mente (e che oggi è sostenuto con forza dalla Giunta guidata da Sergio Chiamparino): mettere assieme le nostre competenze con gli operai forestali e gli impiegati forestali della Regione e con il sistema dei vivai regionali. Condurre in una sola struttura chi opera direttamente sul territorio (le squadre forestali) con chi progetta e attua la pianificazione forestale (IPLA) è un provvedimento logico che potrà ottimizzare risorse e rendere più efficace il lavoro di tutti. Penso ad esempio ad un Piano straordinario per la protezione del territorio dal dissesto idrogeologico, individuando priorità di intervento e iniziando a realizzarlo dalle situazioni più critiche a parità di costi con il passato o addirittura risparmiando.
Quanto vale la prevenzione? Ce lo diciamo ad ogni disastro che incombe nei telegiornali, dalla Puglia alla Toscana, dal Veneto alle Marche, dalla Sicilia al Piemonte. Noi possiamo e dobbiamo fare qualcosa per smetterla di mettere delle toppe e agire prima per ridurre i rischi.
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Vogliamo costruire una struttura agile ed efficace che valorizzi le nostre competenze smettendola finalmente di guardare a chi si occupa di ambiente e territorio come un problema. Certo, lo ripeto, IPLA non è perfetta e ha ampi margini di miglioramento. Ma come ho detto tante volte se dall’oggi al domani l’Istituto sparisse la Regione si troverebbe a dir poco spiazzata su molti temi e presto inizierebbe un dibattito su come ricostruire una struttura analoga alla nostra che peraltro c’è in quasi tutte le regioni (con una ragione sociale differente, però).
Con il monitoraggio sul Programma di Sviluppo Rurale e con il sostegno tecnico all’intera struttura regionale contribuiamo per la nostra parte a far arrivare in Piemonte quasi un miliardo e cento milioni di euro (!) per la programmazione 2014-2020. Non è poco, mi pare. Con la lotta alle zanzare possiamo vantare di essere l’unica regione del nord che ad oggi non ha nei suoi confini casi di Febbre del Nilo (malattia con potenziale esito mortale, portata da alcune specie di zanzare) e di aver ridotto l’infestazione di un ordine di grandezza rispetto a quando abbiamo cominciato 8 anni fa. Anche questo non mi pare poco. Gestiamo i fondi che arrivano dai tesserini dei raccoglitori di tartufi riportando sul territorio gran parte dei soldi per valorizzare questo prodotto tipico del Piemonte. Forniamo i dati e l’interpretazione degli stessi per ridurre i danni alla risorsa suolo, rispondendo prontamente alle normative europee e nazionali. Tentiamo in ogni modo di attivare filiere di produzione di biomassa per produrre energia a beneficio dell’economia regionale rurale innanzitutto (su questo potremmo fare molto di più).
Quando sento affermare che siamo un problema mi viene da rispondere semplicemente che siamo una risorsa.
Ciò non toglie che sia ora di cambiare radicalmente e l’occasione che abbiamo tra le mani non dobbiamo perderla abbandonando ogni spirito di conservazione; non ne avremo un’altra, con ogni probabilità.
Sarà anche il modo per provare ulteriormente a ridurre i costi e a produrre nuove entrate che riducano i costi suddetti, rifuggendo qualsiasi tipo di assistenzialismo.
L’appuntamento di sabato prossimo sarà l’occasione per far conoscere al grande pubblico cosa sappiamo fare e cosa potremmo realizzare insieme ai colleghi forestali che operano sul territorio e ai funzionari regionali che coordinano le attività su questi temi.
Vi aspetto.

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LANCIATO OGGI IL MANIFESTO “IL PD CHE VORREI” A PARTIRE DA NUOVE POLITICHE REGIONALI SUL LAVORO – Applichiamo in Piemonte il contratto di ricollocazione proposto dal sen. Pietro Ichino, andiamo avanti sui diritti civili e cancelliamo “il listino” dalla legge elettorale

26-9-2014 conferenza stampa saralevisacerdotti

Oggi presso la sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta è stato lanciato l’appello “Il PD che vorrei” (che si può sottoscrivere su www.igorboni.it) per chiedere innovazione sulle politiche del lavoro, sui diritti civili e l’avvio di riforme istituzionali anche in Piemonte.
Hanno preso la parola i primi tre firmatari del documento Igor Boni, Sara Levi Sacerdotti e Luigi Brossa, moderati da Giulio Manfredi (Segretario dell’Associazione Aglietta).

I tre esponenti politici alla fine della conferenza stampa hanno dichiarato:
“Vogliamo dare voce ad un’area laica, ambientalista, liberale che esiste ampiamente nell’elettorato del PD ma che non ha ad oggi la capacità di incidere nelle politiche come dovrebbe e potrebbe. Come a livello nazionale Renzi sta tentando di fare andare avanti la macchina tra eserciti di frenatori sulle politiche del lavoro così noi chiediamo che in Piemonte non ci si limiti ad elencare le grandi aziende che rischiano la chiusura (dimenticandosi peraltro delle centinaia di piccole aziende e di professionisti che perdono il lavoro senza nemmeno l’onore delle cronache) ma che si attuino politiche attive e innovative. Lo abbiamo detto in campagna elettorale offrendo anche la disponibilità diretta del Senatore Pietro Ichino e lo ribadiamo ora con forza: sperimentiamo in Piemonte il contratto di ricollocazione per porre sullo stesso piano i lavoratori che perdono il posto costringendo chi si occupa della loro formazione e ricollocazione ad un processo virtuoso che vede una parte del compenso condizionato all’effettivo reinserimento lavorativo. Chiediamo sui diritti civili (anche al tiepido Renzi per la verità) uno scatto in avanti sulle unioni civili e sul rispetto e avanzamento della legislazione in tema di aborto. Chiediamo infine la riforma del sistema elettorale regionale cancellando l’obbrobrio del listino e sostituendo il sistema clientelare delle preferenze con il maggioritario di collegio”

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CANNABIS TERAPEUTICA: I RADICALI PRESENTANO PETIZIONE IN REGIONE E IN COMUNE. MANFREDI: “IL PIEMONTE E TORINO IN PARTICOLARE POSSONO FAR MOLTO PER ASSICURARE I FARMACI CANNABINOIDI AI MALATI”

24-9-2014 comune presentazione petizione cannabis
Questa mattina Giulio Manfredi, nella veste di segretario dell’associazione radicale Adelaide Aglietta, ha presentato presso il Consiglio Regionale del Piemonte una petizione regionale che richiede alla Giunta regionale:
– di avviare azioni sperimentali in forma di “progetto pilota” al fine di produrre medicinali cannabinoidi mediante coltivazione della cannabis presso l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA) di Torino e/o presso l’Istituto Bonafous di Chieri (TO) e successivo inoltro della cannabis coltivata allo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, deputato alla produzione di farmaci cannabinoidi;
– di attivare parrtnership di ricerca e valutazione, prodromici alla produzione da parte di soggetti autorizzati secondo la normativa vigente, con università del Piemonte, associazioni degli utenti e altri soggetti portatori di interesse e/o di specifiche competenze.

Successivamente, Manfredi, assieme a Igor Boni (presidente Associazione Aglietta) e Alessandro Frezzato (Associazione Luca Coscioni), ha illustrato alla stampa, presso il Municipio di Torino – utilizzando il cosiddetto “diritto di tribuna“ previsto dallo Statuto Comunale – la petizione comunale che richiede al Comune di Torino di attivarsi a sua volta per l’avvio di “progetti pilota” di coltivazione della cannabis terapeutica sul territorio cittadino, come anche richiesto dall’Ordine del Giorno 2012-05025/002 (presentato dal consigliere comunale Silvio Viale e altri, e approvato dal Consiglio Comunale di Torino nella seduta del 13 gennaio 2014 con 24 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astenuto).
cannabis terapeutica

All’uscita dalla conferenza stampa, i tre esponenti radicali hanno dichiarato:
“Mettiamo da parte, senza dimenticarlo, il dibattito “legalizzazione contro proibizionismo”. Stiamo parlando d’altro: la cannabis terapeutica è formalmente legale in Italia dal 2007 ma concretamente solo 60 cittadini italiani sono riusciti ad accedere ai farmaci cannabinoidi nel 2013. Finalmente, la settimana scorsa, c’è stato un passo in avanti, con la firma dell’accordo fra Ministeri della Salute e della Difesa per far coltivare e produrre i farmaci cannabinoidi dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Si tratta ora di fare altri passi in avanti, permettendo la coltivazione e produzione dei farmaci cannabinodi in altri siti italiani, con tutte le garanzie necessarie di rigore scientifico e sicurezza. Già 11 regioni hanno deliberato provvedimenti sulla cannabis terapeutica; a noi e ai malati non interessa che la Regione Piemonte arrivi dopo le altre, ma che faccia effettivamente delle cose, in sinergia con il Comune di Torino e con chi vorrà dare una mano, per garantire a chi ne ha bisogno farmaci cannabinoidi a costi contenuti e con tempi brevi di consegna”.

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Per dire la sua nella crisi ucraina
l’Europa costruisca una vera politica estera comune

La vicenda russo-ucraina contiene germi di una pericolosità mai vista in Europa, simili per certi versi a quelli innescati dalla Serbia di Milosevic ma evidentemente più pericolosi perché la Russia di Putin non è paragonabile con la Serbia di allora.
Nulla nella storia si ripete uguale ma non vi è dubbio che le analisi che pongono in paragone quello che accade nell’Ucraina dell’est con l’ingresso di forze regolari e irregolari russe a “protezione” dei russofoni ucraini ricordano vicende del 1938 e 1939 che sono finite in una delle tragedie più gravi della storia.
Il recente passato ci racconta di Putin in Cecenia a distruggere qualsiasi opzione democratica radendo al suolo un’intera regione per ricostruirla consegnando nelle mani di improbabili gerarchi il Caucaso e ci parla della Georgia dove i confini sono stati modificati in seguito ad un intervento armato che non ha avuto alcuna conseguenza.
L’indifferenza è il primo dei complici di quanto accade.
Senza voler fare allarmismi o paragoni forzati credo che l’Europa debba cogliere questa vicenda come spinta in avanti per costruire un’unione politica verso gli Stati Uniti d’Europa.
A cominciare dalla politica estera e di difesa, per passare alla politica di gestione del fenomeno dell’immigrazione e a tutti gli altri aspetti che sono da affrontare con una sola voce (fisco, ambiente, energia, lavoro, etc) e non in un pollaio di quasi 30 elementi. Una politica energetica comune che riuscisse ad affrancarci dalla dipendenza dal gas russo la chiediamo (come radicali) da anni; oggi toglierci dal collo il cappio di Gazprom significherebbe ridurre praticamente a zero il potere di ricatto di Putin.
Mi piacerebbe che il nostro Governo cogliesse l’occasione del semestre italiano per impegnarsi a fondo nella costruzione vera e concreta di una patria comune europea; sarebbe una risposta strategica contro il cieco euroscetticismo e darebbe un segno tangibile all’espansionismo di Putin, il quale sa benissimo che sulla carta, oltre alle parole, non esiste nemmeno la possibilità teorica per l’Europa di contrastare l’avanzata, dato l’evidente nanismo politco.
Oggi lo Zar ci ha ricordato che se volesse prendere Kiev gli basterebbero due settimane!
L’Europa del 1938 e 1939 voltò la faccia dall’altra parte, non facciamolo noi adesso.

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Un mese intenso di incontri e di progetti per il futuro dell’Ipla

sitoIpla
Ieri e oggi ho partecipato a due importanti incontri con gli Assessori regionali Aldo Reschigna (Bilancio) e Giuseppina De Santis (Partecipate) insieme al Direttore f.f. dell’Ipla Luca Rossi.
Si incomincia a delineare una strada percorribile che possa valorizzare le attuali funzioni che svolge l’Istituto Piante da Legno e l’Ambiente (nella foto vedete la homepage del sito dell’Ipla) ma con la necessità di individuare nuovi ruoli che possano anche avere un risvolto economico diretto. Tra questi, credo siano aspetti non secondari su cui puntare la predisposizione e attuazione di un piano di manutenzione del territorio regionale contro i dissesti idrogeologici come pure l’attivazione di un percorso di valorizzazione dei nostri boschi e dei nostri territori rurali.
La nostra situazione si può guardare da due angolazioni differenti: da una parte sono intatte ad oggi le difficoltà che avevamo fino ad un mese fa quando ho ricevuto l’incarico di Amministratore Unico dell’IPLA e dall’altra sono evidenti una serie di condizioni di contorno positive che fanno intravvedere una possibilità di soluzione. Difficile ad oggi dire come andrà a finire ma sono certo che se arriveremo ad una soluzione stabile dobbiamo tutti sapere che saremo in un’altra realtà.
Da anni auspichiamo una riforma e oggi le condizioni di contorno impongono una riforma che possa ridurre i costi, aumentare l’efficienza, consolidare le nostre competenze e aprirci il mercato verso un numero maggiore di clienti rispetto alla situazione odierna.
Lo spirito di conservazione che in un modo o nell’altro pervade ciascuno – non parlo dell’IPLA ma di tutti – deve essere superato dalla voglia e dalla necessità di voltare pagina. Inutile fare voli pindarici, però: dobbiamo confrontarci con le norme in vigore e le difficoltà, muovendo passi concreti. In sostanza ci si chiede – mi si chiede – di fare in tre mesi quello che non si è fatto in otto anni; tutto questo è e sarà difficilissimo ma è e sarà indispensabile.
Con questo spirito crediamo utile autoimporci scadenze prossime e verificabili per realizzare un cronoprogramma serrato di azioni. Ci apprestiamo a predisporre la semestrale di bilancio da presentare alla Giunta entro il 20 settembre, insieme ad un primo documento ufficiale di analisi dello stato delle cose e di prospettiva; poi una prima bozza di piano industriale da sottoporre al vaglio degli Assessori entro il mese successivo.
Se riusciremo a rispettare queste prime due scadenze avremo aperto un passaggio percorribile. Purtroppo non c’è spazio per commettere errori; io per primo devo sapere che gli obiettivi che mi sono stati consegnati al momento della nomina sono solo un punto di partenza e che occorre fare molto di più.
Per oggi mi accontento dello spirito di collaborazione dimostrato da tutti gli Assessori incontrati, con tutti i consigli e le indicazioni ricevute. Da domani si inizia a guardare e a progettare il futuro.

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Alla Festa Democratica per firmare l’appello “Il PD che vorremmo” e per la cannabis terapeutica

29agosto2014festaPD

Dal 28 agosto è presente alla Festa Democratica di Torino anche il gazebo dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta (nella foto la fase di allestimento). Al banchetto radicale i visitatori della Festa potranno trovare una ricca serie di pubblicazioni e libri radicali e dell’Associazione Luca Coscioni e le bandiere del Tibet e dell’Unione Europea. Sarà anche possibile sottoscrivere due documenti: il Manifesto Appello “Il PD che vorremmo”, promosso da Igor Boni e Sara Levi Sacerdotti, che può essere firmato anche sul sitowww.igorboni.it, e la petizione per la cannabis terapeutica e la legalizzazione delle droghe attualmente proibite.
Igor Boni e Giulio Manfredi (presidente e segretario Associazione Aglietta) hanno dichiarato:
“Come è accaduto nelle edizioni passate, anche quest’anno i radicali saranno presenti alla Festa PD senza altra ricchezza che le loro idee e le loro proposte. Questo vale per il Manifesto/Appello “Il PD che vorremmo”, per un PD aperto, laico, liberale e ambientalista (chiediamo tanto, lo sappiamo, non saremmo radicali se non lo facessimo!); vale anche rispetto al tema della cannabis terapeutica, che è legale in Italia dal 2007, rispetto alla quale tutti (persino il ministro Lorenzin!) o quasi si dichiarano d’accordo … ma la triste realtà è che solo 40 (quaranta) cittadini italiani nel 2013 hanno potuto accedere ai farmaci contenenti cannabinoidi.
Sulla cannabis terapeutica è già stata presentata dall’Associazione Aglietta una petizione popolare in Consiglio Comunale, per attivare un progetto pilota di coltivazione a Torino; alla ripresa dei lavori, andremo alla carica anche del Consiglio Regionale e della Giunta Chiamparino.”

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La mia favola dell’Appennino. Cronaca ed emozioni di due presentazioni del mio libro

DSCN4771“Ma dov’è sto posto di cui si parla nel libro?” – “E’ il Grotto dei rondoni?” – “Sono le “Bugacce?”
Ad alcuni la favola appenninica che ho scritto evoca la curiosità del luogo. Sapere dov’è per andare a vedere di persona. Ad altri richiama alla mente ricordi, solletica la memoria e spinge alla commozione e alla malinconia. Quella malinconia che si situa nello stomaco ma quando è leggera è solo una piacevole compagnia.
17agosto2014 presentazione libro boni granaglione
Presentare il libro a Biagioni (nella foto sopra)lo scorso 17 agosto (luogo delle mie scorribande adolescenziali e successive, fino ad oggi per intenderci) e a Boschi (nella foto qui sotto, il 20 agosto) è stata un’esperienza nuova. Molti hanno scoperto un pezzo di Igor che non conoscevano, io ne ero un po’ spaventato ma alla fine la sorpresa è stata positiva.
martedì20agosto2014presentazionelibro
Un Igor che invece di scherzare su tutto diventa serissimo e che invece di scorrazzare su un campo da calcio con l’età fuori dai limiti di guardia o salire e scendere dalle montagne e dai torrenti senza una meta precisa diventa un interlocutore con cui parlare di noi, della nostra terra, della Natura, del futuro guardando al passato e immaginando cosa erano i nostri nonni e i nonni dei nostri nonni e ancora i loro avi fino ad aprire una finestra di luce lunga 10.000 anni. Vero e verosimile si mescolano nel libro come ogni tanto accade nella vita di ciascuno di noi. “Senza radici non si vola” è la collana della casa editrice Andromeda nella quale è inserito “Come le pietre raccontano. La grande favola dell’Appennino” e non è lì per caso.
Certamente l’emozione più grande è stata quella che ho provato il 20 agosto quando a seguire la presentazione c’era anche mia madre e mia nonna (con me nella foto qui sotto), Giovanna Tagliavini, classe 1915 a pochi mesi dal traguardo dei 100 anni.
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E’ lei La persona alla quale ho dedicato il libro perché è una roccia come quella che mi ha parlato. Un esempio da seguire, di poche parole, mai banali, mai scontate.
E’ raro che mi senta pienamente soddisfatto di quello che faccio, ma quando alla fine della presentazione sono uscito con lei sotto braccio (e dall’altra il bastone) per condurla alla macchina che la riportava a Sasso Marconi dove vive con mio zio mi son detto “bravo” da solo.
Prima di partire per tornare a Torino ho fatto un salto dalla roccia per salutarla. L’ho ringraziata delle sue parole e gli ho regalato un libro che ho messo in una fessura (foto in alto), tra gli strati di arenaria. A futura memoria.
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In moto la macchina per il rilancio dell’Ipla. Due incontri con gli assessori all’Agricoltura e all’Ambiente

Giornata intensa oggi, all’insegna delle idee e dei progetti per il futuro.
Con il Direttore f.f. Luca Rossi dell’Istituto Piante da Legno e Ambiente, dopo un incontro mattutino di un’ora in Azienda con tutti i responsabili delle strutture tecniche per fare il punto, abbiamo incontrato gli Assessori Giorgio Ferrero (nella foto qui sotto) e Alberto Valmaggia (nella foto in fondo).

Un’ora e mezza di dialogo intenso con ciascuno, per illustrare la difficile situazione e ragionare insieme di come strutturare al meglio l’Istituto (o quello che scaturirà dalla riforma dello stesso) per le esigenze della Regione e per ottimizzare le nostre competenze cercando di ampliare i potenziali clienti al di fuori dei tre proprietari di oggi.
Abbiamo messo in campo tutto il nostro patrimonio di conoscenze e alcune proposte trovando ascolto e altrettanto impegno. Si è parlato della necessità di sfruttare al meglio i fondi europei sull’agricoltura e di come strutturare un’organizzazione capace di sfruttare le risorse già oggi a disposizione della Regione per contrastare il dissesto idrogeologico, produrre biomassa legnosa per energia e gestire con razionalità l’enorme patrimonio forestale piemontese.
Abbiamo parlato di valorizzazione dei territori e di produzioni tipiche, di tartufi e turismo, di formazione e di gestione, di lotta alle zanzare e alle patologie trasmesse dalle stesse. E ovviamente ci siamo soffermati sulle possibili soluzioni strutturali comprese tra la necessità di ridurre i costi e quella di individuare nuove linee d’azione.
Il tutto senza alcun tipo di assistenzialismo, guidati dalla necessità di aumentare la nostra efficienza e con l’obiettivo di favorire l’economia dei territori con le azioni che saranno intraprese.
Entro la fine di settembre abbiamo il compito di predisporre per la Giunta un documento di indirizzo che illustri le principali linee d’azione che individueremo come strategiche (da questo documento entreremo concretamente nel nuovo progetto) e a ottobre, dopo un confronto con la Giunta stessa, ci prepariamo a predisporre una prima bozza di nuovo piano industriale da sottoporre alla discussione.
La macchina ha riacceso i motori e incomincia a percorrere la strada. Se saremo veloci dipende anche da noi; se arriveremo all’obiettivo dipenderà da tanti fattori anche esterni al nostro potere e volere. Ma per ora non posso che essere soddisfatto dell’avvio; non sono nemmeno tre settimane che è cominciata questa avventura e siamo solo all’inizio del percorso.

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