Candidato sindaco di Torino 2021

Battaglie radicali

Rreferendum su road pricing e consumo di suolo
Ultimo giorno del Comune approvarli

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Il Comitato promotore invia una lettera aperta al Sindaco Fassino e a tutti i Consiglieri del Comune per chiedere il via libera alla consultazione e annuncia la presenza in aula

Gli esponenti del comitato promotore dei referendum consultivi comunali “TorinoSIMuove” Igor Boni e Giulio Manfredi (Presidente e Segretario dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Luigi La Vecchia (Segretario dell’Associazione Alleanza per la Città), hanno inviato la seguente lettera aperta al Sindaco di Torino Piero Fassino e a tutti i Consiglieri comunali con l’obiettivo di ottenere, nell’ultima seduta utile del Consiglio comunale del 23 febbraio, il via libera allo svolgimento dei due referendum consultivi sul Road Pricing (pedaggio d’ingresso per gli autoveicoli) finalizzato al finanziamento della seconda linea della metropolitana e contro il consumo di suolo. I tre esponenti politici annunciano la presenza nel settore del pubblico per verificare di persona le scelte del Consiglio comunale in merito.

La prossima seduta consiliare di lunedì 23 febbraio è l’ultima occasione utile a vostra disposizione, a norma del regolamento comunale sui referendum (vedi articoli riportati in calce), per l’ indizione di due referendum comunali consultivi, sul “road pricing” e contro il consumo di suolo, presentati tramite delibera di iniziativa consiliare rispettivamente dai consiglieri Viale e Troiano e dai consiglieri Viale e Bertola, e supportati da una petizione popolare (con circa 400 firmatari) del marzo 2013, di cui siamo primi firmatari. Lo scorso dicembre siamo stati auditi sull’oggetto dei referendum dalle Commissioni consiliari competenti; potete trovare la documentazione che abbiamo prodotto in tale occasione nei due link in calce alla presente. Abbiamo verificato che il Testo Unico sugli Enti locali vieta l’abbinamento dei referendum con le elezioni comunali della prossima primavera. E’ possibile (fu fatto anche per i referendum nazionali nel 1987), invece, con una norma transitoria, prevedere l’abbinamento dei due referendum al primo voto utile (per esempio, è molto probabile la tenuta il prossimo anno del cosiddetto “referendum confermativo” sulle riforme costituzionali).

Crediamo fermamente che occorra passare dalle parole ai fatti, dopo tanti buoni propositi relativi alla necessità di riavvicinare i cittadini al Palazzo, di dare la parola agli elettori e di ricostruire il cordone ombelicale tra la base elettorale e gli eletti.
Confidando nel Vostro impegno per garantire il rispetto di uno strumento di democrazia diretta che finora non è stato mai utilizzato nella Città di Torino (tranne forse un caso negli anni ’80 del secolo scorso), rimaniamo a Vostra disposizione per eventuali approfondimenti; a tal fine, vi informiamo che seguiremo nel settore del pubblico la seduta consiliare di lunedì 23.

REFERENDUM SUL “ROAD PRICING” – scheda di approfondimento con dati
http://www.comune.torino.it/consiglio/documenti3/area-consiglieri/aperta/documenti/ccp/A201400799_1.pdf

REFERENDUM CONTRO IL CONSUMO DI SUOLO – scheda di approfondimento con dati
http://www.comune.torino.it/consiglio/documenti3/area-consiglieri/aperta/documenti/ccp/A201400799_2.pdf

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Torino, intitolata a Enzo Tortora
la galleria pedonale di p.za Solferino

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La commissione toponomastica del Comune di Torino ha approvato l’intitolazione ad Enzo Tortora della galleria pedonale che collega Via Pietro Micca a Via Santa Teresa, all’altezza di Piazza Solferino, in pieno centro cittadino.

Dichiarazione di Igor Boni e Giulio Manfredi (presidente e segretario dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta):
“La vicenda dell’intitolazione di una via a Enzo Tortora a Torino ha inizio circa 25 anni fa, quando per la prima volta come Radicali chiedemmo al Comune di ricordare in modo tangibile il giornalista appena scomparso. Dopo la decisione, nel 2013, della Commissione toponomastica di intitolare la via che conduce al carcere Lorusso e Cotugno ad Adelaide Aglietta e non a Tortora (per il veto dell’allora sindaco Sergio Chiamparino) e una prima ipotesi di intitolazione di un giardino periferico (non certo adatto a ricordarne la figura), finalmente, su richiesta del consigliere radicale/PD Silvio Viale, siamo giunti alla fine di questa vicenda con una soluzione dignitosa, simile a quella adottata dalla città natale di Tortora, Genova. Enzo Tortora rappresenta ancora oggi l’Italia perbene che ha compreso sulla propria pelle come i mali della giustizia possano colpire e uccidere tutti, nessuno escluso. Enzo Tortora rappresenta la capacità di impegno civile e l’onestà intellettuale di chi ha saputo fare della propria vicenda strumento di lotta per tutti, anche con l’impegno politico e parlamentare (e con le sue dimissioni dal Parlamento Europeo, in un Paese in cui non si dimette mai nessuno); purtroppo, il referendum radicale sulla responsabilità civile dei magistrati del 1987 (80,2% di SI’) fu subito tradito dalla partitocrazia, che sfornò una legge “contro” la responsabilità civile. L’Enzo Tortora del “Sono liberale perchè ho studiato; sono radicale perchè ho capito” è stato un baluardo di tenacia e di rettitudine che merita un riconoscimento visibile perché quelle lotte e quelle istanze sono, purtroppo, ancora del tutto attuali. Chiediamo al Sindaco Fassino e al Presidente del Consiglio comunale Porcino di organizzare l’inaugurazione di ‘Galleria Enzo Tortora’ per il 18 maggio prossimo, in occasione dell’anniversario della morte”.

Presso il “Medical On Group – Mytishchi” vengono utilizzati preparati moderni maschioforte, che sono sufficienti per essere somministrati una volta ogni poche settimane, o anche una volta ogni pochi mesi.

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Vagone di Primo Levi:
vogliamo un Giorno della Memoria
lungo settanta giorni!

In risposta agli insulti di Luca Rinaldi, Responsabile della Soprintendenza dei beni culturali e paesaggistici, nei confronti di Silvio Viale (definito “Un esempio di fascismo di sinistra”) il Segretario e Presidente dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta Giulio Manfredi e Igor Boni hanno rilasciato la seguente dichiarazione:

“Se vi erano dubbi dopo le prese di posizione contro la presenza del vagone di Primo Levi per quasi tre mesi in Piazza Castello, con l’insulto di oggi a mezzo stampa contro Silvio Viale il Dott. Rinaldi esce allo scoperto per quello che è. Noi riteniamo che non ci sia nessuna offesa al decoro, che non ci sia nessuna pagliacciata e che non sia una baracconata lasciare il vagone in Piazza Castello per tutta la durata della mostra. Legittimo pensare diversamente; un po’ meno attaccarsi in questo caso alla necessità di regolamentazione nell’uso delle piazze storiche dopo che abbiamo visto in quelle piazze di tutto: mercatini, palchi megagalattici, manifestazioni di ogni genere, strutture improbabili (vedi foto di esempi vari qui sotto, fonte Gabo su Torino, blog di Gabriele Ferraris).
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Nella vita normale da Rinaldi si pretenderebbero delle scuse quando accusa di fascismo Viale ma in questo caso ci limitiamo ad invitarlo a pensare prima di parlare dato che, lo ribadiamo, Auschwitz interferisce con l’asse prospettico del novecento e di tutta la storia recente molto più di quel vagone in Piazza Castello.
La nostra comunque resta una forte richiesta politica: il sovrintendente modifichi la sua decisione per permettere, con il vagone in piazza fino al 6 aprile, un “Giorno della Memoria lungo 70 giorni”.

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#JeSuisNigérien: le immagini del flash-mob a Torino
per chiedere lo stop ai crimini in Nigeria

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Idee per Torino e Associazione radicale Adelaide Aglietta hanno lanciato un Flash-Mob a Torino sabato 17 gennaio (alle ore 12 in Piazza Castello di fronte a Palazzo Madama) per chiedere alla Comunità internazionale di intervenire in Nigeria per fermare il massacro di civili.
I partecipanti si sono stesi a per terra con cartelli al collo #JeSuisNigérien a rappresentare le migliaia di morti innocenti di questi ultimi giorni. Il presidio, che era aperto a tutti i cittadini e a tutte le associazioni e partiti, ha visto una buona partecipazione e ha avuto una notevole eco sui media, tv, agenzie e giornali. Qui sotto una raccolta di foto dell’evento.

Dichiarazione di Nicoletta Gazzeri (Presidente di IdeexTorino) e Igor Boni (Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):
“La violenza delle persecuzioni in Nigeria compiute dall’organizzazione fondamentalista Boko Haram sono veri e propri crimini contro l’umanità che devono essere fermati e perseguiti. La risposta della oceanica manifestazione di Parigi ha dimostrato che è possibile reagire a crimini efferati che mettono a rischio la nostra vita e le nostre libertà. Quello che accade tutti i giorni in Nigeria, con esecuzioni sommarie di massa, civili trucidati e bambini fatti esplodere come bombe umane per compiere stragi e massacri deve produrre una reazione altrettanto forte anche qui, in Europa, in Italia, a Torino. Per questo chiediamo a tutti di manifestare con noi stesi per terra, per dare voce al grido di aiuto che giunge dall’Africa, per dare corpo ad una rivolta civile contro la violenza”.
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Cosa aspetta il Comune di Torino
a dare il via libera al nostro referendum
contro il consumo di suolo?

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(un’immagine dell’Open Day che si è svolto all’Ipla di Torino lo scorso 4 ottobre 2014 per informare i cittadini su funzioni e proprietà dei suoli e sui rischi del loro consumo senza adeguato controllo)

Dichiarazione di Igor Boni (Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):
“Sono oltre 10 anni che ci battiamo affinché il tema del consumo di suolo diventi oggetto di azione politica e legislativa a livello nazionale e regionale e oggi non possiamo che essere contenti dell’annuncio dell’Assessore Giorgio Ferrero e di Sergio Chiamparino della volontà di presentare un testo di legge che miri alla protezione dei preziosi suoli piemontesi. Colgo l’occasione di questa giornata positiva per sollecitare con tutta la forza di cui sono capace il Consiglio comunale di Torino affinché finalmente venga dato il via libera al nostro referendum consultivo contro il consumo di suolo. Dato che, con di tutta evidenza, sono i Comuni con i loro piani regolatori che possono fare molto (nel bene e nel male) occorre che il capoluogo piemontese invii un segnale di attenzione. Il voto nella prossima primavera di questo referendum sarebbe l’occasione per cambiare verso anche sulle tematiche ambientali e darebbe l’occasione a molti cittadini di essere informati sulle funzioni e proprietà dei suoli. Si scoprirebbe così che un quarto della biodiversità del pianeta risiede nei suoli e che già oggi la cementificazione ha eliminato una parte importante di quelli più produttivi. Si scoprirebbe che una delle principali cause dei disastri dovuti alle piogge sono causati dall’erosione e dall’eccesso di edificazioni e cemento. Si scoprirebbe che il patrimonio di fertilità dei suoli è messo a rischio da politiche dissennate che per decenni hanno considerato il suolo un mero supporto da utilizzare e consumare senza pensare alle generazioni future.”

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Radicali di nuovo in strada
per raccogliere firme
contro le barriere architettoniche

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Domenica 21 dicembre a Torino, in via Roma all’angolo con Via Santa Teresa dalle 10.30 alle 12.30 i Radicali dell’Associazione Aglietta saranno in strada per raccogliere firme in calce ad una petizione rivolta al Comune di Torino che chiede l’approvazione del PEBA (Piano per l’Eliminazione delle Barrire Architettoniche).
Dichiarazione di Igor Boni (Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Abbiamo deciso nel recente congresso dell’Associazione di inserire tra le priorità questa iniziativa ed è per questo che saremo di nuovo in strada, per chiedere al nostro Comune di fare un passo avanti sul rispetto dei diritti dei disabili e per il rispetto della legge. Chiunque provi a mettersi nei panni di chi vive la propria vita su una carrozzina o di chi non vede si rende conto facilmente di quanti ostacoli si incontrano nell’utilizzo dei mezzi pubblici o semplicemente nell’accesso ai negozi o nella possibilità di percorrere un marciapiede. In questi anni di crisi dove tutto subisce tagli non si può far finta di non sapere che esistono cittadini discriminati nei loro diritti ai quali non si possono chiedere ulteriori sacrifici. E’ per questo che spero saranno centinaia le persone che vorranno essere con noi in questa battaglia di civiltà. Con la nonviolenza di una firma, con la determinazione di chi non s’arrende.”

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Senza di noi è più facile o più difficile ottenere riforme?

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Una serie di domande mi tornano continuamente alla mente in questi giorni dopo il congresso dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta che ha sancito la chiusura dell’Associazione per il prossimo 20 maggio (15° anniversario della morte di Adelaide) a meno di nuovi elementi che consentano di modificare questa scelta.
E’ più facile o più difficile che si avvii concretamente la coltivazione di Cannabis ad uso terapeutico senza uno strumento come l’Associazione Aglietta?
E’ più facile o più difficile che si tengano i referendum comunali sul road pricing?
E’ più facile o più difficile che si approvi una legge regionale contro il consumo di suolo?
E’ più facile o più difficile che la legalità delle elezioni (vedi “Caso Marrone”) venga rispettata?
E’ più facile o più difficile attivare concretamente una campagna che conduca a risultati sui Piani di Eliminazione delle Barrire Architettoniche (i cosiddetti PEBA)?
E’ più facile o più difficile che sul lavoro si riesca a produrre politiche attive e riformatrici in Regione seguendo le proposte di Pietro Ichino?
Potrei continuare ma mi fermo qui.
Da una parte ho la consapevolezza che lo strumento che abbiamo non è più adeguato, dall’altra ho una consapevolezza altrettanto forte, ovvero che senza uno strumento non riusciremo a fare passi avanti.
Durante il Congresso ho fatto un breve elenco di vittorie che abbiamo contribuito a conquistare o che, da soli, abbiamo ottenuto.
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(Un momento del Congresso)
Non parlavo della storia lontana ma degli ultimi anni: RU486, testamento biologico, unioni civili (anche se in versione edulcorata), anagrafe degli eletti e dei nominati a Torino e in Regione Piemonte, Ius soli, Garante dei detenuti, ripristino della legalità con la cacciata di Cota, etc.
In quanti possono produrre un elenco altrettanto importante?
Quante forze politiche molto più grandi e strutturate di noi possono mettere sul tavolo vittorie come queste? Nessuna; malgrado il numero di iscritti o di attivisti.
E allora che facciamo? L’unica via che vedo è quella di riuscire a fare quello che per anni abbiamo abbozzato senza riuscirci pienamente. Coinvolgere altre storie insieme alla nostra. Non solo collaborare ma essere in un solo luogo (in futuro magari in una sola organizzazione) insieme con chi condivide almeno un pezzo della nostra analisi. Mi riferisco a LibertàEguale, agli Ateniesi, ad Alleanza per la Città, a IdeexTorino, alla Federazione, al gruppo di Volpedo, ad altri ancora. Tutti strumenti associativi che in un modo o nell’altro incontriamo sulla nostra strada con i quali dovremmo scommettere sul futuro. Per farlo bisogna essere disposti a scommettere anche sul nostro cambiamento e sapere che ognuno perde qualcosa ma si rischia di guadagnare molto di più.
La politica (mi verrebbe da dire “la filosofia politica”) dei Radicali non può essere persa, malgrado si stia facendo di tutto per perderla. Il mix liberale, laico, progressista e riformatore contenuto nella cornice originale del metodo nonviolento è unico e merita un futuro. Non perché quel metodo è stato grande e deve essere ricordato ma perché può e deve produrre per questo Paese – e non solo – nuovi risultati e nuove vittorie di cui c’è disperato bisogno.

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Dissesto idrogeologico, dalla conta dei danni all’azione.
E contro il consumo di suolo propongo una legge

editorialino nuovo dimensionato

Propongo alla Regione Piemonte di dotarsi di una legge contro il consumo di suolo, che sappia mettere al centro delle scelte relative alla pianificazione territoriale e allo sviluppo economico la salvaguardia della principale delle risorse che stiamo distruggendo: il suolo.
Una legge che imponga ai piani regolatori di prevedere il riutilizzo di aree edificate dismesse o degradate e che, in presenza di nuovo consumo di suolo, definisca criteri di “compensazione preventiva”.
Per compensazione preventiva – prendendo spunto da quanto proposto da Legambiente in Lombardia – intendo l’obbligo di provvedere prima al miglioramento di aree degradate, inquinate o che hanno perduto la loro funzionaità ecologica in cambio della copertura di nuovo territorio.
In assenza di queste azioni ex-ante chi coprirà il suolo dovrebbe pagare oneri aggiuntivi in base alla qualità dei suoli, per il danno subito dalla collettività, secondo il principio sempre valido di “chi inquina paga”.
I soldi così raccolti dai comuni devono essere utilizzati per “compensazioni ecologiche” (e solo per questo) capaci di ricostituire aree naturali, migliorare le funzionalità dei suoli in altri territori limitrofi e ricostituire corridoi ecologici.
Quando si parla di suolo si tratta di un elemento capace di assorbire enormi quantitativi d’acqua che vengono rilasciati alle radici lentamente garantendo l’approvvigionamento idrico e che riducono l’impatto dei fenomeni alluvionali.
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(Campioni di suolo piemontese usati a scopo di illustrazione per il numeroso pubblico convenuto all’Ipla spa di Torino durante l’Open Day che si è svolto lo scorso 4 ottobre)

L’aumento dell’impatto dei dissesti è dovuto certo a modifiche sulla qualità e quantità delle piogge ma anche ad una gestione del territorio che ha eliminato una parte rilevante dei nostri suoli sostituendola con cemento, piazzali, siti industriali, etc.
Se riduciamo i suoli disponibili a contenere l’acqua aumenta proporzionalmente il quantitativo che scorre in superficie e arriva nei fiumi aumentandone la portata e la forza distruttrice.
Quando parliamo di suoli dobbiamo sapere che sono anche un grande contenitore di carbonio organico.
Se i terreni vengono degradati il carbonio “mineralizza” e si trasforma in anidride carbonica che va in atmosfera ad aumentare l’effetto serra; se viceversa i suoli sono trattati in maniera conservativa avviene il contrario con una diminuzione dei gas serra nell’aria e una riduzione dei cambiamenti climatici in atto.
Quando calpestiamo un suolo siamo sopra ad una moltitudine di elementi nutritivi e alla porzione più grande della biodiversità del pianeta, fattori che garantiscono tra l’altro la crescita delle colture e alimentano ciascuno di noi.
E ancora, quando vediamo un suolo coperto da sostanze inquinanti – che provengano dall’agricoltura, dall’industria o dalle nostre case – dobbiamo sapere che esso agisce come un filtro nei confronti delle acque sotterranee trattenendo buona parte delle sostanze “cattive” e lasciando scendere l’acqua pulita.
Ce n’è abbastanza, mi pare, per dedicare finalmente a questa risorsa naturale l’attenzione che merita, smettendo di sconquassare, cementificare, depauperare, distruggere, asportare, eliminare, compattare, inquinare ….

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