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Diario delle giornate speciali

La mia favola dell’Appennino. Cronaca ed emozioni di due presentazioni del mio libro

DSCN4771“Ma dov’è sto posto di cui si parla nel libro?” – “E’ il Grotto dei rondoni?” – “Sono le “Bugacce?”
Ad alcuni la favola appenninica che ho scritto evoca la curiosità del luogo. Sapere dov’è per andare a vedere di persona. Ad altri richiama alla mente ricordi, solletica la memoria e spinge alla commozione e alla malinconia. Quella malinconia che si situa nello stomaco ma quando è leggera è solo una piacevole compagnia.
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Presentare il libro a Biagioni (nella foto sopra)lo scorso 17 agosto (luogo delle mie scorribande adolescenziali e successive, fino ad oggi per intenderci) e a Boschi (nella foto qui sotto, il 20 agosto) è stata un’esperienza nuova. Molti hanno scoperto un pezzo di Igor che non conoscevano, io ne ero un po’ spaventato ma alla fine la sorpresa è stata positiva.
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Un Igor che invece di scherzare su tutto diventa serissimo e che invece di scorrazzare su un campo da calcio con l’età fuori dai limiti di guardia o salire e scendere dalle montagne e dai torrenti senza una meta precisa diventa un interlocutore con cui parlare di noi, della nostra terra, della Natura, del futuro guardando al passato e immaginando cosa erano i nostri nonni e i nonni dei nostri nonni e ancora i loro avi fino ad aprire una finestra di luce lunga 10.000 anni. Vero e verosimile si mescolano nel libro come ogni tanto accade nella vita di ciascuno di noi. “Senza radici non si vola” è la collana della casa editrice Andromeda nella quale è inserito “Come le pietre raccontano. La grande favola dell’Appennino” e non è lì per caso.
Certamente l’emozione più grande è stata quella che ho provato il 20 agosto quando a seguire la presentazione c’era anche mia madre e mia nonna (con me nella foto qui sotto), Giovanna Tagliavini, classe 1915 a pochi mesi dal traguardo dei 100 anni.
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E’ lei La persona alla quale ho dedicato il libro perché è una roccia come quella che mi ha parlato. Un esempio da seguire, di poche parole, mai banali, mai scontate.
E’ raro che mi senta pienamente soddisfatto di quello che faccio, ma quando alla fine della presentazione sono uscito con lei sotto braccio (e dall’altra il bastone) per condurla alla macchina che la riportava a Sasso Marconi dove vive con mio zio mi son detto “bravo” da solo.
Prima di partire per tornare a Torino ho fatto un salto dalla roccia per salutarla. L’ho ringraziata delle sue parole e gli ho regalato un libro che ho messo in una fessura (foto in alto), tra gli strati di arenaria. A futura memoria.
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Diario di una serata particolare… alla presentazione del mio libro

30 giugno 2014
Alla presentazione del mio libro….
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E’ da tanto tempo che non ero così emozionato prima di un evento pubblico. Ormai riesco a cavarmela abbastanza facilmente in ogni situazione, di fronte alle telecamere o ad un pubblico numeroso. L’esperienza conta e nelle discussioni politiche rende tutto più semplice. La passione politica insieme alla voglia di cambiare e alle nostre proposte che spaziano su gran parte dei temi formano una miscela positiva che mi rende sicuro.
Eppure ieri alla presentazione del mio libro all’inizio ero in imbarazzo. E’ stato come mettere a nudo un pezzo di me che è solo mio. Un’esperienza nuova, senza alcun dubbio.
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Devo ringraziare Georgia Manzi che ha parlato di me come fossi uno scrittore vero ed è stato gratificante. Devo ringraziarla perché leggendo il libro ha colto l’essenziale e siamo riusciti in una quarantina di minuti a parlare della cornice e dei contenuti senza dire tutto.
Il prima, il durante e il dopo mi ha ricordato gli esami all’Università quando si viveva l’apprensione prima di iniziare e tutto diventava più facile durante l’esame stesso fino al voto finale.
Fortunatamente in questo caso il voto non c’è stato ma c’è stato affetto e curiosità in un clima sereno. Con molti compagni radicali che conosco da trent’anni ho avuto l’occasione di spogliarmi un po’ per mostrare aspetti che raramente ho condiviso. Ed è stato piacevole.
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Abbiamo venduto più di una ventina di copie che ho diligentemente dedicato e autografato a tutti quelli che me lo hanno richiesto. Come promesso, un terzo del ricavato dalle vendite è finito nelle casse dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta (poco più di 100 euro che per noi che viviamo di autofinanziamento non sono pochi).
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Una serata che ricorderò con piacere anche perché ho potuto parlare della mia terra, delle mie rocce, delle mie piante, della mia pioggia, del mio vento, di me. Quest’estate tornerò dalla Rupe di Casa Trogoni e sarò io a raccontarle qualcosa e a portarle in regalo una copia del libro che mi ha dettato. Lo metterò in un anfratto protetto tra due strati di arenaria e lo lascerò lì a consumarsi lentamente, anno dopo anno, fino a diventare esso stesso parte della Storia.
Per chi volesse una copia
COME LE PIETRE RACCONTANO
La grande favola dell’Appennino
Igor Boni
Edizioni Andromeda
pp. 94 – http://www.edizioniandromeda.com/page/catalogo/op/read/id/1247

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